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Influencer marketing, un must del 2017


Se l’influencer marketing è un area in rapidissima espansione, altrettanto lo sono le polemiche relative al fatto che si tratti di pubblicità occulta. Fino a che punto occorrerà regolamentare?

L’influencer marketing consiste nell’identificare e costruire relazioni con persone credibili ed autorevoli che abbiano influenza su una specifica audience e che siano in grado di veicolare il messaggio di un brand nei confronti del target di consumatori di riferimento. Attenzione che l’influencer è ben diverso dal testimonial: l’influencer, non è un personaggio pubblico, bensì deve essere un personaggio rilevante all’interno della propria nicchia, riuscendo a mettere in campo tutto il valore del proprio carisma e soprattutto dei propri contenuti.

Il dibattito a cui stiamo assistendo in questo ultimo periodo riguarda la trasparenza dei contenuti digitali prodotti dagli “influencer” e delle loro collaborazioni con i brand per la promozione dei loro prodotti/servizi. La richiesta, proveniente da più direzioni (DDL Concorrenza, Antitrust) è quella di rendere esplicita la natura promozionale di questi contenuti attraverso l’utilizzo di diciture dedicate. Esiste chiaramente un vuoto normativo. Si tratta di un fenomeno abbastanza frequente quando si ha a che fare con nuovi modi di interpretare vecchi mercati (pensiamo alle «zone grigie» della sharing economy).

Ma la vera domanda da porsi sarà “fino a che punto occorre regolamentare?”. Perché il rischio sarà quello di normare il digitale chiudendo un occhio sull’offline, dove celebrity e grossi influencer continueranno a fare product placement. Per cui ben venga la regolamentazione del mercato ma interpretando in maniera sensata i nuovi codici e nuovi linguaggi senza tuttavia limitarne la sperimentazione e l’evoluzione.


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