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Hygge, l'arte nordica dei piaceri quotidiani


Tutto ciò che trasmette calore, semplicità e gioia di vivere: è il life style che viene dalla Danimarca.

C’è un termine danese, HYGGE, che non ha traduzione in nessun’altra lingua perché rappresenta uno stato dell’anima: il danish hygge è la propensione allo “stare bene” con sé e con gli altri in totale rilassatezza e intimità. Altre culture hanno termini simili: il mondo anglosassone usa cosiness, la lingua tedesca gemütlichkeit, intendendo quel senso di benessere che danno il buon cibo, un drink e una buona compagnia, che riescono, però, a rendere solo in parte il concetto di hygge.

Hygge è qualcosa di più che dice di un’attitudine esistenziale a essere indulgenti con se stessi e con gli altri, senza negarsi i piccoli piaceri della vita. L’Oxford Dictionary l’ha inserita tra le parole dell’anno 2016, su Istagram ci sono 1 milione e mezzo di #hygge, su Pinterest c’è stato un aumento del 285 per cento di «hygge» rispetto al 2015, il Guardian l’ha definita «la seconda invasione vichinga». Per definirlo basta pensare che cosa non è hygge: l’arroganza, l’intellettualismo, l’egoismo, l’artificiosità, la superbia. Accoccolarsi sulla propria poltrona sorseggiando cioccolata calda, preparare una cena di piatti semplici per gli amici, indossare comodi maglioni, vivere in sintonia con la natura, creare un ambiente armonioso, abbandonarsi alla gioia del momento, dedicarsi a gesti di affetto: tutto questo è molto hygge.

In sostanza hygge è un luogo da vedere come un rifugio dal mondo esterno, dove tutti possono rilassarsi e non essere giudicati.

Speriamo allora, che la Danimarca ci salvi, visto che la fuori, il mondo pare impazzire.


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